MARSILIO MARSILI

Marsilio Marsili appartiene ad una antica famiglia romana le cui origini si sono irrimediabilmente perse nei ricordi dei nonni paterni, recentemente scomparsi, del vicecomandante del primo reparto celere di Roma.

Nasce  nella Maternità Savetti, una storica clinica ostetricia  in via Anicia 7, a Trastevere in una piovosa serata del due marzo di cinquantaquattro anni prima della redazione del diario. 

Figlio di due professori di liceo, farà della cultura e della formazione scolastica prima e universitaria dopo i sui fiori all’occhiello.

Nel 1911 entra al liceo ginnasio Mamiani ove si diplomerà con una votazione non particolarmente entusiasmante quattro anni dopo, un anno prima dei suoi coetanei.

Le motivazioni per cui malgrado l’impegno quasi obbligato a primeggiare in pressocché tutte le materie, ma soprattutto quelle insegnate dai genitori, vale a dire italiano, latino, greco e scienze naturali, materia insegnata dalla dolce e comprensiva per quanto fuori dalle righe madre, non sia riuscito ad ottenere il massimo della votazione nell’esame di maturità, non sono state mai state esaurientemente sviscerate dal giovane Marsilio il quale ha sempre indicato il severo padre nonché collega dei suoi professori come principale artefice di una valutazione sempre molto severa e al di sotto di ogni elementare principio di meritocrazia ; probabilmente dovuta al desiderio sin troppo spinto di vedere il proprio figlio superare i sedicenti ottimi risultati da lui riportati in gioventù; per quanto i dubbi che una insana e perversa gelosia paterna abbiano ostacolato prima ed inficiato successivamente i risultati scolastici non si sono mai dissolti nell’animo del funzionario di polizia nemmeno alla morte del padre.

Frequenta la facoltà di giurisprudenza de La Sapienza  riuscendo in questo modo ad evitare la chiamata alle armi durante il periodo della grande guerra. Si laurea al termine del quarto anno accademico senza però raggiungere il massimo dei voti che mancherà per una manciata di punti.

Entra quindi nel Regio Corpo delle Guardie di Pubblica Sicurezza nel 1920 ottenendo come prima sede di assegnazione la questura di Roma.

Non abbandonerà mai la Capitale conoscendo la maggior parte degli uffici territoriali distaccati della città. Nel 1949 viene trasferito al primo reparto celere presso il Castro Pretorio; pur essendo il funzionario più anziano non riceverà mai la nomina formale a vicecomandante.

La sua vita professionale incontrerà quella del commissario Colasanti due anni dopo quando riceverà proprio dalle mani del dirigente della sezione omicidi una infame denuncia per bigamia.