intervista con l'autore

-Allora  Massimo Di Taranto, rieccoci a parlare di una sua opera dopo le interviste che abbiamo avuto il piacere di pubblicare sui due siti di promozione editoriale dei romanzi “le indagini del commissario Colasanti” e “le verità del commissario Colasanti”, che si possono leggere ai seguenti indirizzi : https://commissariocolasanti.it https://veritacommissariocolasanti.it

-A proposito di ultima fatica, Di Taranto, siamo a ottobre del 2022 e Ucrònia è il terzo romanzo che ha scritto nel giro di quanto tempo?

-Consideri che ho pubblicato “le indagini del commissario Colasanti” a fine gennaio; il suo seguito a giugno, quindi, siamo a tre opere nel giro di 10 mesi.

-Tutto premeditato, immagino, volendo usare un termine preso a prestito da quella terminologia giuridica che tanto utilizza nei suoi romanzi.

-Ma quale premeditato. Certo, mi fa molto piacere avere consapevolezza di questa mia “predisposizione” alla scrittura, ma mai avrei immaginato di essere così…prolifico.

-Era uno scrittore e non lo sapeva, evidentemente.

-Sì, diciamo che la sosta forzata dal lavoro mi ha permesso di conoscermi meglio.

-Ma è comunque tornato in servizio e ha “sfornato” la terza opera, dove lo ha trovato il tempo e la testa per farlo?

-Diciamo che ho saputo gestire per bene le risorse mentali e soprattutto materiali a mia disposizione…

-Va bene, evitiamo ulteriori approfondimenti e parliamo più nello specifico di Ucrònia, come le è venuto in mente questo titolo?

-Facendo riferimento al significato del termine, Ucronìa, con l’accento sulla i e non sulla o come mi sono preoccupato di scrivere nel mio romanzo, è un genere di narrativa fantastica e nel mio libro rappresenta il mondo di distopia  in cui si ritrova Marsili. Anticipando la sua domanda, ho voluto spostare l’accento sulla seconda sillaba per ragioni di mera calofonìa, mi sembrava suonasse meglio e poi, in questo modo ho potuto dargli anche un significato diverso che rappresenti il romanzo anziché l’intero genere letterario.

-Anche in questa opera, come nelle precedenti non c’è solo una chiave di lettura e ciascuno può vederci quello che…riesce; c’è la distopia come base di fondo, c’è l’esoterismo che non manca mai nemmeno nelle due precedenti opere e cos’altro si può leggere tra le righe, Di Taranto?

-Lo chieda al lettore… effettivamente la lettura in chiave distopica affianca per la prima volta  quella del giallo storico poliziesco che si può trovare nei due romanzi su Colasanti, in questo modo ho potuto divertirmi anche costruendo di sana pianta il palcoscenico storico dell’opera, senza rifarmi necessariamente ad un contesto reale che, una volta preso in considerazione, mi piace rispettare il più possibile.

-Il commissario Colasanti è una figura costante in tutte e tre le opere sin qui scritte, ma il funzionario della celere non dovrebbe suonare nuovo ai suoi lettori…

-Sì, così come abbiamo trovato Marsili in un capitolo de “ le verità del commissario Colasanti”, si sono passati in qualche modo la staffetta da un genere romanzesco ad un altro, da un personaggio  principale all’altro.

-E ci pare di aver capito che  una sorta di esca, di staffetta per il successivo romanzo la abbia posta anche in Ucrònia.

-Esatto, osserviamo Colasanti nel bel mezzo di una indagine…delle sue vedersi “dirottato” su  una questione  che non lo riguarda  affatto.

-E non la prende bene!

-No, in classico stile Colasanti  lo lascia bene intendere a  chi si trova difronte cosa pensa della questione Marsili.

-Senza voler anticipare nulla al lettore, ma abbiamo trovato la parte, chiamiamola più introspettiva, di Marsili un po’ troppo ridondante e barocca.

-Bisogna conoscere il personaggio per capire come mai  si sia lasciato andare ad uno stile così ricercato  e amante della precisione per certi versi , in uno scritto così intimo come un diario personale: sentendosi umiliato ed espulso dal suo ambiente lavorativo con motivazioni che si rifanno in maniera preponderante a giustificazioni basate sul suo merito professionale, che poi sarà il lettore a giudicare se siano fondate o  di comodo, Marsili si tuffa in un lavoro di profonda introspezione personale volendo dimostrare  anzitutto a sé stesso di  essere, al contrario di quello che pensano i suoi colleghi di  lavoro, una persona di cultura e quindi di valore  e preparata. Si mette persino a scrivere delle note di richiamo!

-che in un diario personale sono piuttosto strane a vedersi.

-Si, che poi dipende da persona a persona e da diario personale a diario personale; ciascuno può scriverci quello che vuole in una rappresentazione verbale di sé stesso. Può disegnare, può strappare le pagine, può…darci fuoco se lo ritiene necessario…

-E’ un incontro con sé stesso, in definitiva

-Esatto, è come tale è un‘esperienza personalissima. Marsilio Marsili ha pensato di parlare con sé stesso in quel modo.

-E il manuale dove lo ha trovato ?

-Si riferisce al manuale d’uso? Beh, su Ucrònia, mi viene da pensare.

-Di Taranto, cosa risponde a chi reputa il suo ultimo romanzo un saggio autobiografico?

-Che si sbaglia di grosso, come si può pensare ad una sciocchezza del genere? Ucrònia è ovviamente un romanzo di fantasia, anzi di distopia, del resto come potrebbe mantenersi in piedi un baraccone come quello delle Guardie Repubblicane Ucroniane in un mondo normale?

-Ha abituato i suoi lettori a finali mai scontati, cosa dovranno aspettarsi in Ucrònia?

-Come ha detto esattamente lei, mai scontato…quindi se si è a conoscenza degli altri due finali, si avrà una sorpresa anche con il terzo.